DOCUMENTAZIONI CRITICHE

Fra gli artisti che per mezzi tecnici ed espressivi vanno segnalati per la scultura citiamo Gaetano Usciatta.
A. Minucci
Scultura piena di movimento, tanto che l'artista prende, quale pretesto di tale mobilità, attimi dello sport, nei momenti culminanti dello sforzo psichico e materiale. Ottima la concentrazione tecnica a dare rilievo allo sforzo.
Vittorio Bottino
Nelle sculture di Gaetano Usciatta l'armonia delle forme e la plasticità che queste assumono nello spazio sono testimonianza di un operare attento e consapevole, di una seria impostazione tecnico artistica.
Angelo Mistrangelo
Gaetano Usciatta indaga sui valori dei suoi personaggi, sottolineando l'estrema energia vitale. A ciò concorre una accentuazione della linea che si fa creatrice di nuovi volumi plastici. Una ricerca destinata a sempre crescenti affermazioni.
Franca Biesta
Ho avuto modo di conoscere Gaetano Usciatta in occasione di un premio in Valle D'Aosta; mi aveva colpito il modo aggressivo con il quale il giovane scultore affrontava il tema di un enorme pesce dai volumi a bella apposta contraffatti. L'opera originariamente in cera è stata poi tradotta in bronzo e completa una serie di sculture ispirate al medesimo tema, pesci cioè, guizzanti nell'ultimo spasimo di vita che l'uomo toglie loro inquinando i mari. Quindi un vigoroso e doloroso richiamo alla ragione ed al rispetto verso i più deboli. L'interesse principale di Gaetano Usciatta è polarizzato sul movimento: i suoi atleti - schernitori, giocatori di baseball, ballerini. Sono colti nell'attimo di librarsi nello spazio ed assumono, come sottolinea l'autore intitolando la serie "Metamorfosi della vita" significati trascendenti. Ora Usciatta ha terminato una grande statua in marmo di Verona: il colore rosato della materia è appena interrotta dagli interventi scabri tracciati in superficie a completare un volume in cui, all'equilibrio delle forme, si uniscono i significati dell' "Essenza della vita".
Giorgio Massara
Gaetano Usciatta ha una visione della lenta autodistruzione dell'uomo nella sua cornice ecologica incominciando dal suo "Pesce italiano" dalla "Vedova del pesce italiano" destinati a scomparire per l'aggressività umana che simboleggia nel suo "schermitore" e dal suo uomo contro uomo, per finire con la spinta dinamica quasi sforzo sovrumano, rappresentato dal suo "uomo contro il tempo" quasi presagi di un'inclutabile sconfitta.
Pane Forma d'arte (1976)
La recente mostra personale organizzata con successo presso una Sala di Esposizione a Torino, gravitante intorno al tema degli stati d'animo "bleu-viola-nero", ha riportato all'attenzione del pubblico e della critica la figura e l'opera di Gaetano Usciatta, scultore, pittore, docente, nato nel 1444 a Santa Maria Imbaro, in provincia di Chieti, ma residente da molti anni a Torino.
Sono più che mai evidenti in Usciatta l'intento e lo sforzo di focalizzare alcuni inquietanti aspetti della contemporaneità, servendosi di simboli e di riscontri vuoi grafici, vuoi plastici, per organizzare un discorso dal quale non è mai assente un'intelligente, puntuale, indubbiamente costruttiva analisi critica.
Anche nella molteplicità della sua variabile espressiva, egli non perde di mira quella che è l'assunto esistenziale e comportamentale di ognuno di noi. Ed in virtù di tale direttrice innervata in una valutazione che è, si, estetica, ma è ragguardevole parimenti anche dal punto di vista etico, Usciatta si serve dei suoi elementi materici per scandire delle proposte e dei modelli di vita che in chi fa dell'arte non semplicistica né occasionale o pretestuosa, dovrebbero assurgere ad organigramma privilegiato ed imprescindibile.
Il tema del degrado ecologico e quello dello sfaldamento dei valori destinati a lacerare nell'uomo quei residui lacerii di umana gioia di vivere sono corteggiati, ad esempio, da Usciatta con decisa, perentoria significanza da un lato e con sereno, equilibrato utilizzo della massa plastica dall'altro, la quale conserva pur sempre il pregio dell'agile risultanza formale e della briosa aggressione degli spazi, dove le immagini a tutto tondo di Usciatta si muovono e si stagliano come incisive, nitide presenze ricche di spiritualità, cosi come lo sono di forza e di vitalità. In tal modo tanto la pietra, nel suo significato materiale povero, quanto il metallo nei suoi esiti di modellata elaborazione, acquistano una carica di non epiteriale efficacia, attirando l'occhio dell'osservatore proprio in virtù di un palese coefficiente di immediata leggibilità alla quale "lisciata perviene per lunghe meditazioni e per sofferte sentite, incisive riflessioni.
Giuseppe Nasino
Gaetano Usciatta è uno scultore abruzzese, che opera a Torino da oltre quindici anni. Artista serio, schivo, metodico, egli è attratto dal movimento delle figure e lo riporta con sagacia in tutte le sue opere. Il circolo Torino Calcio di Corso Emanuele 77 gli dedica in questi giorni una nutrita esposizione che sta ottenendo buon successo di pubblico, alcuni pezzi bronzei sono dedicati ad atleti in movimento: tuffatori, calciatori etc...
Particolare interesse suscitano alcuni pesci in pietra, che colpiscono lo spettatore per l'imponenza, per lo scatto (sembrano in movimento anch'essi), per le particolarità delle forme. Sono pesci abissali, che paiono essersi adattati nel corso dei millenni alla enorme pressione che l'acqua produce nella profondità dei mari. Sono considerati in zoologia quasi come relitti archeologici, ma questi pezzi di Usciatta sembrano, oltre che muoversi, anche soffrire e forse pensare, la loro plasticità, la loro indiscutibile concretezza spaziale non sono fini a se stessi.
Questi pesci degli abissi sembrano contenere ed estrinsecare anche il dolore di tante antiche generazioni, le sofferenze e gli sforzi per mantenere vivente la specie in condizioni difficili, costituiscono in altre parole la testimonianza dei drammi, di cui il nostro pianeta è stato sede per milioni di anni.
Giorgio Cavallo
Diplomato all'Istituto delle Belle Arti di Lanciano e dell'Accademia di Belle Arti di Torino, crea opere in cera, legno, marmo ed ottone.
Possessore d'un curriculum tra i più validi, costruisce-scolpisce come egli afferma una "testimonianza" o un "testamento" visivo, reso con mezzi estetici comprensibili ai contemporanei e alle future generazioni. Il "leitmotiv" di Gaetano Usciatta è la richiesta d'uno svincolo a tutto ciò che è distruzione, ritorno dell'uomo allo stato di grazia.
Ricerca creata in una condizione teorico-umana lontana da interferenze negative. Inserimento di costruttivi esiti che trovano nei vari materiali che questo artista adopera, una congiunzione felice in cui invenzione e costruzione trovano il difficile punto d'incontro. Alla galleria "L'Arcipelago" Torino. Rassegna degli artisti vincitori del concorso "Giovani presenze nell'arte 1979", Gaetano Usciatta, scultore, con pennelli in materia plastica, sculture in bronzo, in materia plastica ancora in bronzo e legno compendiente, in questa esposizione, numericamente fa la parte del leone. Parecchie, appunto, se raffrontate al numero delle opere presentate dagli altri espositori, segno di intenso e profiquo lavoro, le opere di lui proposte in questa occasione. Fra tante di cui non vogliamo sminuire i meriti è la presenza di una scultura realizzata parte in legno e parte in bronzo che ci ha maggiormente impressionati. Una figura in bronzo su cui sovrasta, suo malgrado, la presenza tatemica di una spoglia e tirata triangolare (o grattacieli forse?!!!) in legno. Certamente non estraneo a questo esito è l'accostamento dei due materiali.
Giuseppe Marchisia
Non ricordo più chi m'aveva fatto notare una volta che si può godere del pane con tutti i cinque sensi: anche l'udito se si pensa al crocchiare del pane fresco. La mostra di "sculture in pane" che ha riunito opere di Silvano Nicola Borelli, Piero Cenato, Piero Ducato, Franco Pirastu Usai e Gaetano Usciatta, privilegia, naturalmente, la vista.
Anche nell'approccio con la dissueta materia, ciascuno, infatti s'è serbato fedele a propri modi di ideazione. Certo risultati plastici si devono, naturalmente, all'abilità professionale dello scultore che sa sempre come tener su, anche armandole, certe forme più sottili e masse, che si apprezzano ancora, ad esempio, nell'uomo contro il tempo di Gaetano Usciatta, ma è sicuro che il tutto, basamento compreso, si fonde in un unicum coinvolgente.
Angelo Dragone
Credo che i saloni di un Circolo sportivo siano la sede più idonea per ospitare le opere di Gaetano Usciatta, uno scultore abruzzese a Torino che compie nell'86 i quindici anni di attività e del quale avevamo avuto il piacere, negli anni settanta, di occuparci in occasione delle Mostre proposte a Saint Vincent.
Molti dei bronzi esposti si ispirano infatti alle varie attività sportive (il tuffatore, golfista, attaccante) e, quando ciò non accade, le opere risultano determinate da ritmi cristallizzati nella materia.
Usciatta ama pure ritrarre i pesci poiché la loro immagine tende facilmente a divenire "forma"; ebbene, direi che anch'essi sono scattanti pronti a lanciarsi in una folle corsa su chissà quale quieto fondale marino. Ma Usciatta sa parimenti meditare sull'arte del passato, per cui guardando' agli artefici del trecento o, se preferiamo, a quelli scultori che vivendo nel nostro secolo hanno saputo sintetizzare l'immagine, crea l'opera "Riflessione", vale a dire il ritratto d'un vescovo raccolto in preghiera la cui spiritualità viene sottolineata dall'ascendente della mitra, il medesimo desiderio d'elevazione che è presente in altre opere di Usciatta, modellate in cera, lavorate in legno mediante saldi colpi di sgorbia, ricavate da lamine aspramente metalliche oppure scolpite in i pietra. In tali sculture, che rispondono ai titoli "Essenza della vita", "Quando la vita diventa tronco", l'iniziale spunto anatomico s'è come disseccato per far posto a forme analoghe a quelle che già erano state I giudicate persuasive in occasione della Rassegna organizzata nel 1973 presso la Promotrice delle Belle Arti di Torino e che avevano indicato in Gaetano Usciatta un giovane che "senza accettare compromessi" lavorava, seriamente convinto che dalla materia possano nascere proposte ricche di ritmi, sì, ma anche di contenuti.
Gian Giorgio Massara
Nello studio-laboratorio di Gaetano Usciatta si offre immediatamente ai nostri occhi uno schieramento di presenze vive che, in ultima analisi, rimandano all'uomo, alle sue fatiche e ai suoi furori. In ogni forma creata dall'artista (uccelli, pesci, insetti, mammiferi) si scorge infatti un anelito, uno sforzo di sopravvivenza che riposa infine nel soggetto "riemerso" da un tempo lontanissimo, da uno spazio remoto. La scultura, arte nobile, difficile e severa, degna del massimo rispetto, conquista solitamente le emozioni di chi vede nel lavoro umano una specie di sacralità originaria. Usciatta ama la materia scultorea e dà ad essa l'impronta di oggetto di scavo, di reperto scegliendo con precisione luoghi e pietre cui sente di dovere un "ritorno". L'artista possiede un senso del tempo come era geologica, ne scruta i grandi mutamenti e le metamorfosi dove millenarietà e lontano futuro si fondono nell'insondabile e giusto mistero della natura. Nelle creature di Usciatta spesso predomina l'occhio quale principio generatore di percezione e di moto faticosamente ritrovato. Ogni essere porta le stigmate di una "rovina" di sé e avanza ferito in un mondo che.pare riconoscere a stento, La natura è però sempre la grande Madre, la "materia" alchemica primordiale che l'autore ama senza riserve ma non senza sgomento, sia per la forza in essa insita che per il rischio cui soggiace a causa della follia umana. Particolarmente apprezzabili sono anche i titoli che lo scultore dà ai suoi lavori; in un mondo di "senza titolo" spesso sbrigativamente riferiti a opere visive di ogni genere, il valore aforistico e coerente che il nostro artista esprime con poche, significative parole, rivela la profondità e la passione di un pensiero e di una vita.
Ida lsoardi